Meucci: ''Stop per quattro settimane''
- Roma (RM)
La maratona maschile
è stata l’ultima gara delle Olimpiadi di Rio. Per Daniele Meucci
un’avventura finita troppo presto, sotto la pioggia, dalle parti del dodicesimo
chilometro. Undici giorni dopo, il campione europeo ripercorre quella giornata
storta: “Stava andando tutto come previsto, finché non ho sentito una forte
fitta al calcagno sinistro. Non sono riuscito a capire subito da cosa
dipendesse. Ho provato ad allentare un po’ i lacci della scarpa, mi sono
fermato per sistemarla, ma ritrovare degli appoggi normali era diventato
impossibile. Il dolore era sempre più insopportabile; speravo di poter arrivare
al rifornimento del
quindicesimo chilometro per recuperare anche un antidolorifico, ma purtroppo
non c’è stato nulla da fare”.
Di che
tipo di infortunio si è trattato esattamente?
“Ci abbiamo messo un po’ a capirlo - spiega il trentenne ingegnere pisano -,
perché per diversi giorni non riuscivo a camminare normalmente e alla prima
verifica diagnostica c’era ancora tanto edema e un’ampia area di tumefazione.
Poi esami più approfonditi hanno evidenziato una microfrattura, con un interessamento
dell’inserzione del
tendine d’Achille sul calcagno, nonché una fortissima infiammazione alla borsa
dello stesso tendine. Quello che non mi so spiegare è l’origine perché in
allenamento non avevo mai avuto sintomi che mi facessero presagire una situazione
del genere e
per fortuna in passato non mi erano mai capitati problemi di questo tipo”.
Cosa
prevede adesso il tuo percorso di recupero?
“Riposo per circa quattro settimane a base di laser, tecar e magnetoterapia,
nuoto ed esercizi per essere certo di ritrovare la giusta postura e,
soprattutto, tanta
pazienza. Sto trascorrendo qualche giorno di vacanza con la famiglia. Anche se
questo infortunio non mi permette di rincorrerli, qui al mare faccio il papà
“con il megafono” con i miei due bambini!”
Quando
ti rivedremo in azione?
“Intanto devo pensare a guarire bene, poi devo fare un po’ il punto della
situazione con il mio allenatore (Massimo Magnani, ndr) e la mia società
(Esercito, ndr). Non posso più rischiare di non riuscire a correre una maratona.
Sento di avere ancora margini su tutte le distanze, anche sui 10.000, e voglio
riscattarmi da quegli episodi che, tra Pechino e Rio,
hanno purtroppo compromesso tutto il lavoro fatto per arrivarci. Ci si rivede
in inverno, senza forzare i tempi della guarigione”.
Nel 2016
per te la vittoria in Coppa Europa dei 10.000 e il bronzo di mezza maratona agli Europei di
Amsterdam, ma a distanza di quasi due settimane con che occhi
guardi il podio di Rio?
"Kipchoge ha confermato di essere il più forte, la sua vittoria secondo me non è mai stata in
discussione. Per il resto, la maratona, compreso il passaggio alla mezza, ha
preso l'andamento che avevo immaginato. Mi sarebbe piaciuto essere lì a
giocarmela anche su certi cambi di ritmo che dal mio punto di vista sarebbero
stati davvero una bella sfida. E proprio questo, forse, è quello che mi lascia
di più l'amaro in bocca".
a.g.
Fonte: www.fidal.it
Foto: FIDAL/Colombo